Management, organizzazione, sviluppo e innovazione.
Vi raccontiamo la storia dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi e dell’Auditorium. Ne parliamo con Luigi Corbani, fondatore, direttore generale e profondo conoscitore del panorama musicale italiano e internazionale. Un eccellente ed unico esempio di imprenditorialità culturale milanese.
di Maria Grazia Cangelli
Breve ritratto
Dopo l’università (Scienze Politiche all’Università Statale di Milano) ha studiato il cinese presso l’Università di Pechino. Una passione per la politica e amico personale dell’ex Presidente Napolitano, dal 1971 al 1975 è Consigliere comunale a Bresso, poi capogruppo consiliare a Cinisello Balsamo dal 1975 al 1980. Dal 1985 al 1990 è stato consigliere comunale di Milano, di cui è stato Vice Sindaco e Assessore alla Cultura. Nel 1990 è entrato nel Consiglio Regionale della Lombardia: ha fatto parte dell’Ufficio di Presidenza della Regione, di cui era segretario. È stato poi Assessore alla Cultura della Lombardia. Oggi è il direttore generale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, conosciuta come la Verdi.
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Art by Michela Terzi |
MGC- Dott. Corbani, l’Orchestra Verdi e l’Auditorium: ci racconta come e quando comincia questa “start up” della cultura musicale a Milano?
LC- Agli inizi degli anni ‘90 si chiudevano le orchestre. Chiudeva l’orchestra della Rai, il Coro della Rai e dell’Angelicum. In quel periodo il problema dell’occupazione e delle assunzioni negli enti lirici era molto grave e c’era il blocco della spesa pubblica. La Scala faceva pochi concerti e il Conservatorio organizzava dei pomeriggi musicali con una piccola orchestra. A Milano non c’era un’orchestra sinfonica con una dimensione europea e con un respiro internazionale. In più il numero dei giovani che studiavano musica cresceva sempre di più.
MGC – Quindi tanti studenti senza orchestre!….
LC- Deve sapere che questo è un paese fantastico… Abbiamo 55.000 mila studenti distribuiti nei 98 conservatori italiani e abbiamo meno orchestre della Svizzera, meno orchestre della Finlandia, meno orchestre di tutti gli altri paesi Europei. L’idea iniziale era assolutamente quella di offrire nuovi posti di lavoro ai giovani, creando una nuova orchestra sinfonica.
Un giorno, insieme al mio amico Vladimir Delman e insieme anche a Marcello Abbado, (fratello di Claudio e direttore del Conservatorio di Milano) abbiamo fondato laVerdi. Abbiamo coinvolto una serie di amici e poi cominciato le selezioni sentendo 850 ragazzi. Il 13 novembre del 1993 c’è stato il primo concerto al Conservatorio di Milano. Il Conservatorio era molto caro, per fare le prove e i concerti ci faceva dei prezzi esorbitanti, 800 milioni di lire all’anno. Allora, per risparmiare e cercare di pagare gli stipendi, avevamo trovato un’altra sede per fare le prove, tenendo il Conservatorio solo per i concerti.
Per alcuni mesi abbiamo fatto le prove in Corso Italia, nell’allora caserma del Reparto Comando del Terzo Corpo d’Armata, ora Scuola militare “Teuliè”. In seguito siamo stati ospitati, sempre per le prove, dal mio amico Fabrizio Ferri nei suoi studi fotografici in via Forcella.
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Art by Michela Terzi |
MGC- Nel frattempo nessun teatro a Milano si faceva avanti?
LC- Il Comune di Milano, per due anni, ci aveva messo a disposizione il Teatro Lirico che era chiuso e doveva essere ristrutturato. Avevo chiesto di avere il Lirico in gestione, avevo anche trovato gli sponsor per ristrutturarlo e presentato un progetto, che costava circa sette miliardi e mezzo di lire.
MG- Una bella opportunità per il Comune di Milano, tutto pronto e servito su un bel piatto d’argento, anzi diciamo d’oro!
LC- Assolutamente sì, peccato che il Comune non accettò questa proposta (allora il sindaco era Albertini) e mi disse che avrebbe organizzato una gara d’appalto (allora l’assessore al demanio, era Verro che poi ha fatto il parlamentare e il consigliere di amministrazione della Rai, ecc…).
Io suggerii che l’idea era sbagliata e che avrebbe portato molti ricorsi al Tar e rallentamenti, ma non ottenni nessuna attenzione in merito. Il teatro Lirico è rimasto chiuso dal 1999, anno in cui noi siamo usciti, fino ad oggi, per un totale di oltre vent’anni. La gara era stata assegnata a Longoni dello Smeraldo, che aveva nominato Dell’Utri direttore artistico, ma alla fine il teatro è stato abbandonato. Dopo dodici anni di ricorsi alla magistratura amministrativa, il Comune oggi ha preso finalmente in mano la situazione del Teatro Lirico e nei prossimi mesi cominceranno i lavori di ristrutturazione.
MGC- Oggi il Lirico poteva essere la sede dell’Orchestra Verdi! La solita stolta burocrazia e i soliti meccanismi perversi della politica, che però non le hanno impedito di andare avanti con la sua idea. Quindi arriva sulla sua strada l’Auditorium?
LC- Avevo previsto tutto questo scenario di attese e ricorsi… Dopo vari giri per trovare un altro spazio idoneo, incontrai finalmente una persona (Agostino Liuni) disponibile a darci un teatro (in corso San Gottardo) che era però da ristrutturare completamente. Lui finanziò la ristrutturazione, ponendoci come condizione l’acquisto dei muri del teatro. Gli avevamo sottoposto un bel progetto con la collaborazione di vari architetti. Per dieci anni gli abbiamo pagato un affitto e nel 2008, grazie all’operazione fatta con la Banca Intesa San Paolo, ci siamo comprati i muri.
Oggi dunque l’Auditorium è di nostra proprietà e ci tengo a sottolineare che è l’unico esempio italiano, che non ha avuto soldi pubblici, ma solo soldi di privati cittadini.
MGC- A mio avviso quest’ultimo passaggio andrebbe gridato, non crede?
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Art by Michela Terzi |
LC- Sì certo, ma a chi? Io sono qui grazie alla legge Basaglia, quella che ha liberato i manicomi, ricorda?… Quindi io sono libero capisce? Perché creare un’orchestra e promuovere nuovi posti di lavoro in Italia, soprattutto per i giovani, è una cosa da matti! In questo paese si parla di innovazione, di giovani, di cultura di nuovi posti di lavoro e poi non si fa nulla… Tutti vanno in televisione a parlare e a proporre cose che poi non si realizzano mai.
MGC- Dott. Corbani, complimenti! Lei è un bravissimo pazzo in libertà in un paese sordo e cieco! Ma andiamo avanti… Quante sono le orchestre in Italia? Come vi siete organizzati e se ha anche qualche numero da fornirci?
LC- Di vere orchestre sinfoniche ce ne sono quattro in Italia: laVerdi, l’orchestra Rai di Torino, Santa Cecilia a Roma e l’Orchestra Sinfonica Siciliana: questa è la fotografia della realtà italiana nel panorama musicale. Di fatto ogni anno si diplomano 5500 giovani, che poi sono costretti a fare i camerieri o altre attività estive in giro per l’Italia e magari pagati anche in “nero”. Non si sono creati nuovi posti di lavoro.
Noi abbiamo creato ogni anno 150 posti di lavoro a tempo indeterminato cui si aggiungono 700 posizioni a tempo determinato. LaVerdi ha prodotto un reddito per 60 milioni di euro, che vuol dire tasse, occupazione e consumi. Noi siamo nati come privati, grazie al costante impegno dei cittadini. L’impostazione che ci siamo dati è che la voce principale dei ricavi deve essere derivante dall’attività propria, quindi lo sforzo maggiore deve essere dell’ente che deve avere ricavi attraverso abbonamenti, biglietti, sponsor, quote associative e altro. L’intervento pubblico, che esiste in ogni parte del mondo e che può essere diretto, come succede in Italia, Germania, Francia, o indiretto, come succede nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti, deve essere considerato integrativo e aggiuntivo. Lo Stato dovrebbe dare la possibilità a chi dona contributi diretti di avere una diminuzione sulle tasse, così lo sforzo dei privati aumenterebbe. Per ora lo Stato garantisce agevolazioni solo alle strutture pubbliche, nulla agli enti privati. Nonostante queste criticità, sono convinto che la strada del “fund raising” sia da percorrere; per questo, ad esempio, abbiamo lanciato il “Club delle Imprese”, in altre parole un club in cui le imprese partecipano in forma non di sponsor ma di partnership all’attività culturale della Verdi. L’accesso non è riservato solo a colossi ma anche ad aziende di medie dimensioni che hanno esigenze di visibilità e immagine.
L’intento è di contribuire e provocare un dialogo importante tra economia e cultura un po’ diverso dai soliti schemi. Un altro passo che abbiamo fatto in questa direzione è di inserire la nostra istituzione musicale nel 5x1000: abbiamo avuto negli anni non solo un notevole riscontro, ma abbiamo anche rinforzato il nostro legame con il pubblico che ci sostiene.
Noi siamo l’attività musicale più produttiva d’Europa, il teatro ha più di 200 mila spettatori l’anno. Siamo primi per l’acustica a livello europeo, abbiamo registrato già 41 dischi, per numerose case discografiche. Nel 2016 ne abbiamo in programma altri 6. Facciamo circa 500 iniziative all’anno di cui 250 sono concerti e le altre 250 sono le iniziative educative che facciamo per i bambini e per i ragazzi, nell’ambito di un articolato progetto educational. Organizziamo corsi di musica, corsi di canto per gli stonati, andiamo nelle scuole a promuovere la musica in tutte le sue forme.
MGC- Quindi nessun sostegno dallo Stato? Attualmente com’è la situazione?
LC- Dopo aver passato ben tredici ministri alla Cultura, poco attenti alla situazione drammatica del paese nel settore musicale, si è instaurato recentemente un buon rapporto con il ministro Franceschini che ha riconosciuto la Verdi come un’orchestra. Dopo venti anni qualcuno si è accorto di noi …
Prima c’era di mezzo un direttore dello spettacolo che faceva il bello e il cattivo tempo… ora per fortuna è andato via. Con Franceschini stiamo portando avanti dei discorsi interessanti e aspettiamo di vedere gli esiti o eventuali proposte.
MGC- Parliamo dei sostenitori/soci come li chiamate? Come funziona?
LC- I soci sono circa 300 e sono persone fisiche e aziende che in totale in questi anni hanno dato come contributi per l’attività de laVerdi pari a 15 milioni di euro. Ci si può associare partendo da 550 euro, fino ad arrivare a 13 mila euro. Ovviamente, per i grandi sponsor, ci sono una serie di benefit importanti che risultano vincenti anche per la loro comunicazione aziendale esterna e interna.
MGC- Dopo venti anni di lotte qual è un desiderio che vorrebbe vedere realizzato?
LC- Vorrei portare il modello dell’orchestra Verdi in giro per l’Italia, con lo scopo di offrire nuovi posti di lavoro ai tanti ragazzi che studiano nei conservatori di tutto il paese. Vorrei portare le attività musicali in tante regioni, dove non ci sono orchestre sinfoniche, (soprattutto al sud) e in parte lo abbiamo già fatto con lunghe tournée in giro per l’Italia. Gli investimenti culturali sono il futuro, ma nei servizi culturali bisogna crederci. L’introduzione della tecnologia porta comunque una diminuzione dell’occupazione. Di conseguenza dove si può sviluppare l’occupazione?
Nei settori dei servizi e in primis nel divulgare e portare avanti la cultura.
MGC- Chiederà aiuto al ministro anche per questo?
LC- Prima devo pensare alla Verdi e poi con Franceschini parleremo anche di questo. Noi abbiamo portato laVerdi a Campobasso, Sulmona, Teramo, Messina e a Lamezia Terme. Abbiamo fatto 16 concerti in 20 giorni in giro per l’Italia e abbiamo avuto un enorme successo, questi sono dei segnali molto importanti. Abbiamo fatto un’indagine su quello che produce laVerdi come risultato aggregato: 23 milioni di euro all’anno, considerando tutto l’indotto, diretto e indiretto, i trasporti, la ristorazione, ecc.
Consideriamo anche la riqualificazione di un quartiere dove prima c’era un teatro abbandonato, pertanto gli immobili della zona ora si sono rivalutati. L’attività culturale non è solo un valore in sé, ma va ricordato che produce e crea economia: dove c’è ricchezza c’è cultura. Non si può recuperare un bene culturale senza metterci di fianco un’attività conseguente. L’Expo ci ha insegnato che se si propone qualcosa di giusto le persone rispondono.
MGC- Qualche numero degli spettacoli proposti nel 2015?
LC- Dalle innumerevoli prestazioni che l’Orchestra Verdi offre al pubblico (citiamo solo alcuni numeri nel 2015: una Stagione sinfonica con 64 programmazioni replicate dalle due alle tre volte fino a dicembre 2015, l’Orchestra barocca con 11 concerti, la rassegna “Made in Italy” con 12, la rassegna “Around the World” per Expo 2015 con 14, la rassegna per i più piccoli e le famiglie “Crescendo in musica” con 15, i “Discovery” con 5 e ben 19 concerti straordinari) ci si può rendere conto di quanta passione e dedizione, affiancata al lavoro di preparazione, ci debba essere per poter rispettare la programmazione.
Del resto, sul podio de laVerdi salgono non pochi direttori di prestigio: da Riccardo Chailly, oggi è il direttore onorario, all’attuale “direttrice” stabile Zhang Xian.
Produciamo anche spettacoli di generi diversi: nel 2016, ad esempio, eseguiremo dal vivo in Auditorium le colonne sonore di alcuni film di successo, film con relativa proiezione in contemporanea sul grande schermo. Primo appuntamento a gennaio con Aleksandr Nevskij, per proseguire con Il Signore degli Anelli Casablanca, Il Padrino, Star Trek e tante altre celebri pellicole.