Tuesday, November 5, 2013

The eye of a great reportage photographer is still a means of knowledge hardly replaceable


Marco Pierini
Chief at Civic Gallery of Modena

Una galleria civica come la vostra in che modo può costituire un ponte tra l’arte italiana ed i grandi network internazionali?

Non ci poniamo obiettivi così ambiziosi, ci accontentiamo di poter contribuire alla diffusione dell’arte italiana esponendo in sede e facendo conoscere all’estero la nostra collezione (lo abbiamo appena fatto al museo dell’Università di Cork, in Irlanda), ospitando a Modena artisti di ogni paese e, soprattutto, cercando instancabilmente di instaurare rapporti di cooperazione e partnership con enti e istituzioni di tutto il mondo. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto modo di collaborare con l’Ambasciata della Corea del Sud in Italia, la Fundación MAPFRE di Madrid, la Josef & Anni Albers Foundation, la Terra Foundation for American Art e nel prossimo futuro avremo altri importanti partner.

La GCM ha un amico d’eccezione nel grande fotografo Franco Fontana: come nasce e come si articola questo sodalizio?

Franco Fontana ha ceduto la propria collezione di fotografia alla Galleria civica più di venti anni fa. Un gesto di generosità e di amore per Modena che ha dato origine alla nostra raccolta e che lo stesso Fontana non manca ogni anno di ripetere, portando in dote al museo nuove foto. Il patrimonio fu costituito da Fontana soprattutto attraverso la pratica dello scambio con i colleghi ed è stato poi integrato da successive donazioni di artisti, galleristi, collezionisti, spesso in occasione di esposizioni temporanee. 

Lei proviene dalla direzione di importanti istituzioni culturali e dall’insegnamento in Accademia e all’Università: come queste esperienze hanno arricchito la sua attività alla Galleria civica?

Ciascuno si porta dietro, più o meno consapevolmente, la propria storia e il proprio bagaglio di formazione e d’esperienze. Gli anni trascorsi al Palazzo delle Papesse di Siena sono stati fondamentali per “imparare il mestiere” e certe scelte maturate allora si riverberano anche nell’attività recente della Galleria civica di Modena. Penso all’apertura verso la musica, il teatro, la letteratura.
Dall’insegnamento credo di aver tratto, e ancora oggi sono sicuro di trarre, vera e propria linfa vitale. È vero che il compito dell’insegnante è essenzialmente quello di “trasmettere” ma dai giovani si può molto imparare. È bellissimo poi poterli avere al museo per gli stage formativi, nei casi migliori si creano fertili scintille di scambio e di collaborazione.

Quali sono i fotografi che ammira di più?

Mescolando i fotografi propriamente detti e gli artisti visivi che in maniera non occasionale hanno usato la macchina fotografica direi Man Ray, Moholy-Nagy, Weston, Cartier-Bresson, Francesca Woodman e Mapplethorpe.

Spesso si sente dire che la fotografia di reportage sia in crisi, quanto c’è di vero?

A me non sembra proprio. Certo è cambiato completamente il sistema di produzione, distribuzione, circolazione e ricezione delle immagini ma l’occhio di un grande fotografo di reportage è ancora oggi un mezzo di conoscenza – per quanto, ovviamente, particolare e non oggettivo – e uno stimolo per la riflessione difficilmente rimpiazzabile.

-Quali sono le tendenze più forti nella fotografia di oggi?

Le prossime! Bisogna sempre guardare avanti...