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Monday, September 9, 2013

Lo stordimento della profondità e dell'empatia contro lo stordimento del clamore mediatico.


Intervista a Mariapia Bruno redattrice arte di Tempi ed ARTempi.
Nella tua carriera hai collaborato con istituzioni culturali prestigiose: cosa ti hanno lasciato quelle esperienze?

Art by Michela Terzi for MtM
Ho avuto la fortuna di cominciare molto presto. Le prime esperienze sono state fondamentali per aiutarmi a capire quali strade avrei dovuto intraprendere per costruire, passo dopo passo, le basi di un futuro professionale che ho sempre immaginato nel mondo dell'arte. Il primo stage l'ho intrapreso durante l'Università, tornando per qualche mese da Milano nella mia città, Agrigento, per collaborare con il prestigioso Museo Archeologico Regionale, un'istituzione che valorizza il passato di una città millenaria mostrandosi, al contempo, aperta alle tendenze artistiche contemporanee, dove ho potuto studiare da vicino preziosi reperti - alcuni dei quali sono permanentemente ospitati dal British Museum di Londra - ed elaborare anche la mia tesi di laurea. Da questa esperienza è nato anche il mio primo articolo per il settimanale Tempi (di cui oggi curo il blog online ARTempi), testata a cui devo molto che mi ha permesso - e mi continua a permettere - di crescere come giornalista. Ho anche collaborato con il Teatro dell'Opera di Roma, per il quale ho realizzato diversi trailer degli spettacoli in cartellone: è una realtà pittoresca che mi ha fatto scoprire da dietro le quinte quanta fatica e quanto lavoro ci vogliono per realizzare degli spettacoli teatrali di così alto livello. Recente la mia collaborazione con Rai Educational, che mi ha portata nel mondo della regia e dei montaggi televisivi, dove la comunicazione fa leva su un linguaggio chiaro, lineare, colorato e divertente, destinato a coinvolgere il pubblico dei ragazzi nella parte più delicata della loro crescita e formazione.

Raccontare di arte e cultura è un compito importante: cosa, chi fa il tuo lavoro, non deve mai dimenticare?

E' fondamentale - come dovrebbe esserlo in tutti gli ambiti legati alla diffusione di cultura e informazione - oltre alla passione e a una imprescindibile preparazione di base, approfondire accuratamente i contesti in cui nasce una determinata tendenza artistica, estetica o filosofica, maturare un punto di vista personale e chiaro di quello di cui si andrà a scrivere, pensare sempre al lettore, che deve essere intrigato, legato al testo fino all'ultima parola, invogliato a riflettere sui concetti che gli si presentano e, soprattutto, soddisfatto dalla lettura, anche se breve. E' purtroppo una prassi comune, spesso causata dalla fretta o dal pressappochismo, la produzione di articoli spersonalizzati, che segnalano in maniera anonima un evento o una mostra, non svelando nulla di chi li ha prodotti. I giornalisti - d'arte e non - hanno la fortuna di poter far sentire la propria voce, di poter fare affezionare il pubblico alla loro penna, di esprimere un punto di vista. Per i remind e le informazioni d'agenda ci sono le agenzie stampa.

Quali sono tendenze più forti che percepisci oggi nel mercato/mondo dell'arte?

Mi viene in mente un passo di Alla ricerca del tempo perduto di Proust, dove lo scrittore Bergotte, protagonista del volume La prigioniera, va a vedere una mostra al Jeu de Paume di Parigi e passando davanti a numerose tele ha l'impressione dell'aridità e dell'inutilità di un'arte così artificiosa. Ma poi giunge davanti la Veduta di Delft di Vermeer, e tutto cambia magicamente. E' quello che succede ancora oggi quando si passano in rassegna - nei musei, sui siti web, sui giornali - opere d'arte che ci vengono presentate con toni enfatici, come l'ultima grande creazione di qualcuno che è riuscito, in qualche modo, a far parlare di sé. La reazione che verrebbe naturale è quella di passare oltre, ma il lavoro di persuasione mediatica è forte, e il pubblico prosegue - via stordimento - all'ammirazione, all'acquisto, alla collezione di oggetti di cui spesso fatica a capirne il senso. Mentre l'unico stordimento dovrebbe essere quello prodotto dall'empatia verso composizioni nate dalla sensibilità di persone che - come nel caso di Bergotte - riescono a toccare le corde più sensibili del nostro essere. Che sia un'istantanea fotografica, un'istallazione con materiali di riciclo, un vecchio dipinto impolverato: quando una cosa nasce dal vero, dal bello, dal sublime, e riesce a toccarci realmente, tutto quello che le fa da ingombrante contorno - a cominciare dalla febbre della mercificazione - svanisce in una nuvola di non senso.

Alle volte si sente dire che l'Italia è un po' periferica rispetto ai grandi network globali dell'arte: quanto c'è di vero?

L'Italia è il paese che possiede il patrimonio artistico più importante del mondo, e - contemporaneamente e paradossalmente - un paese che si impegna davvero poco nella valorizzazione e gestione di tutti i suoi tesori. E' come se si vivesse di rendita, come se ci si fosse seduti sugli allori dei nostri antenati scienziati, artisti, costruttori, pensatori, esploratori. Se si smettesse di pensare che i turisti verranno sempre e comunque a vedere il Cenacolo Vinciano, la Mole Antonelliana, la Valle dei Templi, e si valorizzassero la creatività, l'ingegno, le idee contemporanee e aperte all'internazionalità di molti giovani italiani, il passo verso l'eccellenza diverrebbe concretamente possibile. L'attaccamento alle poltrone, il disinteresse diffuso da parte di chi spesso si trova ai vertici a valorizzare chi possiede e dimostra reale passione e talento - che è invece il punto di forza su cui fanno leva quei paesi che, puntando su giovani preparati e motivati, hanno rafforzato sia la cultura che l'economia - è una piaga che si deve combattere con l'impegno e la costanza. Mi rivolgo non solo a chi è ancora alla ricerca della propria strada, ma anche a tutti quelli che hanno messo da parte i loro sogni e i loro interessi dopo aver trovato un posto di lavoro di ripiego o di fortuna, che dovrebbe esser inteso, invece, come qualcosa in più che permette - oltre alla razionale sopravvivenza - di finanziare e portare avanti autonomamente le attività per cui si è sentitamente portati. Tra vivere e sopravvivere c'è, infatti, una bella differenza.

Quali sono gli artisti ai quali ti senti più legata?

Ho avuto il piacere di avere degli scambi di mail con un saggio maestro che ha condiviso con me e con i miei lettori le sue esperienze e il suo credo artistico, regalandomi numerosi spunti di riflessione: Camilan Demetrescu. Pochi giorni prima di spegnersi mi ha mandato i suoi ultimi disegni relativi al tema della diffamazione - male incurabile di cui il mondo è sempre affetto -, un gesto che ho poi pensato come una sorta di testamento artistico, e mi ha salutata con una battuta e un augurio:<<Mariapia, carissima, proprio in questi giorni ho fatto un disegno sul tema della calunnia - che si è scatenata oggi - mentre la Verità sopravvive ancora nelle coscienze. Io, anche se non sono proprio un fiore, sto meglio del mondo in cui viviamo. La primavera ci farà incontrare alla chiesetta per raccontare insieme come vanno i nostri tempi>>. Non ci siamo mai visti, ma è come se l'avessimo fatto.
E poi ci sono quegli artisti che vorrei tanto incontrare con un viaggio nel tempo, che tempesterei di domande fino allo sfinimento: il riservato maestro della dissimulazione Vermeer, il tormentato Schiele, il generoso e sensibile Van Gogh, il visionario Bosch e i primitivi fiamminghi - Rogier van der Weyden come capofila - creatori di una bellezza seducente, elegante e intramontabile.

Il rapporto tra chi produce arte e l'editoria di questo settore, quali vie deve seguire per essere sempre ricco e virtuoso?

Purtroppo non ci sono istruzioni per l'uso che garantiscano, tutte le volte, la riuscita di un progetto culturale o di qualsiasi altro genere. E' facile parlare di sinergia, grandi idee, impegno ed intesa, ma è altrettanto facile commettere o subire passi falsi - frutto, la maggior parte delle volte, di invidie e rancori -, come è facile perdersi in errori di valutazione. A mio avviso, l'incontro tra chi collabora alla realizzazione di un progetto deve essere, innanzitutto, basato sulla correttezza e sulla lealtà. La competitività e l'ambizione sono armi a doppio taglio, ma se ben usate - insieme alla concretezza, alla professionalità e alla puntualità - possono creare un circolo virtuoso e stimolare la produzione di idee originali e vincenti.

Thursday, July 25, 2013

Crisi e tendenze del mercato dell'arte

Intervento di Fabrizio Quiriti, mercante d'arte e curatore di mostre.

Il percorso
Ho aperto la prima galleria d'arte a Cuneo, nel 1975, "il Prisma" allestendo una personale di Wifredo Lam, un grandissimo artista che ho avuto il piacere di conoscere. Successivamente, lo stesso anno, organizzai un collettiva di pittori dell'800 italiano; fino al 1997 in autunno ho sempre presentato la pittura dell'800 editando per l'occasione dei cataloghi presentati dal Prof.Giuseppe Luigi Marini,grande esperto di quel secolo,che ancora oggi mi sono richiesti da studiosi e collezionisti. La galleria ha sempre trattato i due secoli di pittura arrivando fino al contemporaneo con mostre di Haring,
Art by Michela Terzi for MtM
Wharol e nel 2001 un grande retrospettiva di Jean Michel Basquiat. Tutte le rassegne erano accompagnate da cataloghi/libri,il libro di Basquiat ancora oggi disponibile mi è richiesto da tutto il mondo,Ho avuto rapporti di lavoro e di amicizia con svariati artisti,ma vorrei citare in particolare Mimmo Rotella e Arman (l'ultima personale del Maestro Rotella, ancora in vita, l'ho allestita nel mese di ottobre 2005,morì a gennaio 2006).
Arman era un gran signore, forse l'unico artista che ho conosciuto che aveva rispetto dei galleristi e si è sempre ricordato di quando non vendeva nulla. Quando è diventato famoso e ricco è sempre rimasto la stessa persona.
Rotella è stato un grande anche lui, entrambi facevano parte del Nuovo Realismo, ma il resto non li accomunava. Mimmo era un grande artista anche a livello internazionale.
Nel 1998 mi trasferii a Milano e rimasi fino al 2009, tornai a Cuneo e fondai Skema 5 Arte moderna e contemporanea e attualmente sono il direttore artistico. Tengo a ricordare una importante mostra allestita a Cuneo, al Prisma, di uno dei più grandi fotografi naturalisti della scuola americana, Thomas Joshua Cooper, nel 2003; il libro stampato per l'evento mi è ancora richiesto da tutto il mondo.


Il mercato e la crisi
Sul mercato dell'arte in Italia è praticamente pari allo zero: tasse, IVA e diritto di seguito della SIAE, oltre la crisi, hanno azzerato il mercato. Molte gallerie italiane stanno aprendo spazi a Lugano e Monte Carlo e stiamo in questa situazione già da settembre 2008 (crisi americana) in più la cattiva informazione dei media, che scrivono che molto danaro riciclato passi attraverso il mercato dell'arte fanno si che i pochi collezionisti rimasti hanno paura ad emettere un assegno a una galleria d'arte. Non è sicuramente un buon momento per nessuno anche se all'estero il mercato funziona eccome. Da noi oggi è meglio comprare e vendere all'estero per tramite di case d'aste che in realtà hanno il mercato in mano, purtroppo. Non siamo mai stati una categoria compatta e coesa, come lo sono stati per anni i cugini francesi.
Relativamente alle tendenze del mercato, userei il termine "moda"! Stiamo subendo i gusti dei nuovi collezionisti, russi, indiani, pachistani che per non sbagliarsi comprano tutte le stesse cose. Soltanto pochissimi artisti italiani hanno realmente un mercato mondiale:  futuristi, metafisici, Fontana/Burri/Manzoni e tutta l'arte Povera, il resto non esiste. Nessuno di noi ha né risorse né voglia di fare delle proposte diverse come è stato per la Transavanguardia negli anni '80 (anni per me meravigliosi).

Monday, June 24, 2013

Individuare ed eliminare i blindspot dei processi decisionali.



Intervento di Estelle Metayer, Competitive and Strategic Advisor, Fondatrice di Competia, Speaker al Davos World Economic Forum.


La competenza ed il committente
Ho una competenza molto specifica e quindi le aziende tendono a venire da me quando hanno un bisogno molto specifico che i consulenti tradizionali o le organizzazioni più grandi non possono soddisfare. Inoltre, ho spesso riscontrato che le aziende non vogliono avere una grande squadra di consulenti junior (per lo più) che entrano nella loro organizzazione per poi lasciarla pochi mesi dopo con un grande report pieno di raccomandazioni che non vengono attuate. Preferiscono avere me come catalizzatore per formare e allenare i loro manager a fare un'analisi, e poi proseguire sulle raccomandazioni.

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Le grandi aziende in genere giungono a me attraverso il passaparola - la migliore raccomandazione - e sempre più grazie alla visibilità che ho in diversi mezzi di comunicazione sociale. I social network sono stati uno strumento importante per me, per aumentare la consapevolezza circa il mio lavoro, le competenze, e per costruire credibilità.

Speaker a Davos
Ho fatto parte di un gruppo che ha diretto una serie di tavole rotonde sul tema del "Sensing Weak Signals". Dopo il 2008, le aziende si sono stupite di come abbiano perso i segnali della crisi e ci sono stati brainstorming su come evitare questi blindspot strategici per il futuro. Ho discusso con loro sulla necessità di passare da big data ai pattern minori e di allargare la cornice di riferimento dei manager. Ciò significa che i leader devono essere informati su ciò che accade in altre industrie ed attingere ad una varietà di campi di esperienza per essere in grado di catturare i segnali di una tendenza che sta emergendo.

Ciò che desidero trasmettere ai miei studenti alla McGill University
Vorrei che gli studenti uscissero delle mie sessioni pensando che non possono sperare di non conoscere tutto questo mondo di informazioni e ciò che possono fare con esso. Il commento più bello è quello che ho ricevuto il mese scorso da uno dei miei studenti presso la Business School IMD "Questo ha cambiato la mia vita". Voglio che anche loro abbiano la voglia di saperne di più e di esplorare se stessi e nuovi strumenti e fonti di informazione. Io voglio che siano inesorabilmente curiosi.

Cos'è l'innovazione...
Una parola d'ordine! Una vera e propria sfida, ma poche persone possono indicare da dove cominciare. Nella mia mente, questa è una delle principali sfide per le nostre imprese e per i nostri paesi per i prossimi 15 anni - per capire in cosa eccellono, capire come anticipare e rispondere alle esigenze profonde dei loro clienti ed avere la capacità di raccogliere idee e testarle. Soprattutto, è la capacità di farle uscire dal reparto di innovazione o R & S nel servizio clienti, vendite, produzione o di pianificazione strategica.

I problemi nel processo decisionale
I dirigenti hanno poco tempo per riflettere e pensare. Si va da una riunione all'altra, e non si imposta il tempo - da soli o con la loro squadra senior - per riflettere sull'ambiente e cercare percorsi alternativi. Si dimentica, inoltre, che il processo decisionale non deve avvenire troppo rapidamente, che se si prende il giusto tempo per progettare il percorso del proprio pensiero prima, seguire poi il processo decisionale è più facile.

Intervento di
Estelle Metayer
Twitter: @competia
http://competia.com


Monday, May 27, 2013

Eco-Innovazione: evolvere prodotto e processo produttivo per ridurne l'impatto ambientale


Intervento di Massimiliano Tedeschi, Amministratore Delegato di Lexmark Italia.

L'azienda e l'innovazione
La scelta di potenziare le soluzioni applicative dei Managed Print Services in una logica di stampa non più come prodotto ma come servizio, rappresenta per Lexmark un forte elemento di innovazione reso possibile grazie alle acquisizioni degli ultimi anni, tra cui Pallas Athena, Perceptive Software e Brainware. I servizi di stampa gestiti di Lexmark adottano un approccio end-to-end per migliorare l’infrastruttura di stampa dell’azienda e aiutano ad accrescere il rendimento degli investimenti in quattro fasi: ottimizzazione, gestione, miglioramento e innovazione. Si parte quindi da un’analisi puntuale dell’infrastruttura aziendale e dell’ambiente di stampa per definire caso per caso il numero di macchine necessarie, per poi concentrarsi sulla gestione quotidiana delle stesse e dei relativi materiali di consumo. Successivamente, attraverso l’implementazione di strategie per la riduzione dei volumi di stampa si ridurranno gli sprechi e di conseguenza anche i costi, fino al 40%. 
L'affermazione di cloud, tablet ed app ed i riflessi sulla stampa
Stiamo riscontrando, anche nel nostro settore, una crescente esigenza da parte dei clienti di avvalersi di un partner in grado di offrire un servizio che vada oltre la semplice vendita dell’hardware, dei consumabili e della manutenzione, e che includa anche una strategia Bring Your Own Device (BYOD). Oltre a stampanti, scanner e dispositivi multifunzione, le aziende oggi richiedono soluzioni end-to-end per la gestione dei contenuti fruibili attraverso la tecnologia mobile intelligente. Trainata dalla diffusione sempre maggiore di dispositivi mobili, la consumerizzazione dell’IT sta diventando una pratica sempre più presente sui luoghi di lavoro, adottata da 4 aziende su 5. Per stare al passo con i tempi Lexmark ha progettato l’applicazione Lexmark Mobile Capture che consente di trarre vantaggi dall’utilizzo dei device privati per scopi aziendali. Con questa app per smartphone e tablet, è possibile acquisire, recuperare e inviare dati importanti ovunque ci si trovi, con evidente risparmio in termini di tempo e denaro. 

La doppia acquisizione: Twistage di San Francisco, e AccessVia di Seattle, portano ad otto le acquisizioni avvenute dal 2010
Queste acquisizioni confermano l’evoluzione di Lexmark da azienda produttrice di hardware a fornitore di
soluzioni all-inclusive. Il nostro focus è di presentare soluzioni uniche e performanti per aiutare i clienti a far crescere il loro business, fornendo soluzioni software scalabili e su misura che semplificano il flusso di lavoro e sfruttano la potenza delle informazioni.
La tecnologia di Twistage rappresenta un’importante integrazione alle soluzioni di Perceptive Software dedicate alla gestione dei contenuti e dei processi, e fornisce ai nostri clienti la possibilità di acquisire, gestire e produrre i contenuti multimediali all’interno dei loro processi di business. Mentre con l’acquisizione di AccessVia, Lexmark aggiunge un tassello chiave alla suite di soluzioni innovative per il mercato retail. 

Il percorso personale 
La laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano nel 1984 e il successivo Master in Business Administration presso la SDA Bocconi nel 1987 hanno dato inizio alla mia carriera, la cui prima tappa è stata la società Ormat Systems negli Stati Uniti.
Il successivo passaggio a Telettra, una delle principali imprese italiane di progettazione di apparati di telecomunicazioni e alla Olivetti creano le fondamenta del mio percorso nell’ambito dell’Information Tecnology. Nel 1995 decido di instaurare la collaborazione con XEROX, dove rafforzo la mia esperienza in qualità di Direttore per la Business and Customer Satisfaction in Sud Europa, Direttore Marketing per il Nord Italia e Direttore Operativo per l'Office Product Division. Consolidate le competenze in un settore complesso quale quello dei servizi di stampa, approdo in  Lexmark Italia nel 2002, dove da allora ricopro la carica di Amministratore Delegato.

L'innovazione più promettente all'orizzonte
Più che una specifica innovazione, preferisco menzionare un concetto più ampio chiamato Eco-Innovazione, ovvero l’innovazione di un prodotto, di un processo produttivo o della struttura organizzativa di un’azienda, che porta a un maggiore rispetto dell’ambiente. 
La domanda, fortunatamente sempre crescente, di migliori condizioni ambientali ha portato a un ampliamento dell’offerta di prodotti e servizi eco-compatibili, ma non solo. In un periodo economico difficile come quello attuale, la green economy e l'eco-innovazione sembrano ricoprire un ruolo chiave per uscire dalla crisi economica.
L’eco-innovazione deve essere portata avanti dalle aziende, dalle Università, dai laboratori di ricerca e dalla Pubblica Amministrazione. Lexmark da sempre si contraddistingue per l’atteggiamento socialmente responsabile all'interno della comunità globale. Infatti, il nostro impegno è rivolto alla riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti in ciascuna fase del ciclo di vita e ci siamo prefissati obiettivi specifici per ridurre il consumo di energia, acqua e rifiuti prodotti aumentando la quantità di materiali riciclati. 

Wednesday, May 8, 2013

Puntare sulla notizia giusta


Intervento di Giancarlo Santalmassi, direttore di In Più, già direttore del Giornale Radio Rai e di Radio24.

Il contributo di "In Più" all'informazione italiana
Analisi e commenti in tempo reale. Ogni notizia oggi costituisce un problema. Non l'averla, ma saperne il peso reale. In una società complessa gli effetti che hanno certi avvenimenti possono essere superficiali ed immediati, ma i più pericolosi o più importanti sono quelli profondi e a lungo termine. Capirli in anticipo può essere l'interesse fondamentale di chi ha potere decisionale più che potere d'acquisto.
Poiché nell'informazione è insita la formazione, vorrei contribuire a fare della società della comunicazione anche la società della conoscenza. oggi non è così.

Le notizie da pubblicare
L'ambizione sarebbe quella di pubblicare notizie inquadrate strategicamente. Cioè capire prima degli altri, e meglio degli altri, ogni giorno la notizia che sarà molto importante all'indomani (genericamente inteso: nelle successive 24 ore come nelle seguenti 72 ore. Naturalmente avendo ragione.  E' come scommettere ogni giorno. poiché le scommesse a Inpiu non si possono perdere, gli esperti (analisti e saggisti, giornalisti e studiosi) devono aiutarci a capire che quello che abbiamo intuito del peso e delle potenzialità di una notizia. 

Il percorso personale
Ho fatto carta stampata negli anni sessanta, settanta, tv negli anni settanta, ottanta e novanta, radio negli ultimi 15 anni. Quello che mi ha intrigato e molto è stata la proposta fattami da Innocenzo Cipolletta e Luigi Abete di sperimentare il web (il futuro) con un prodotto innovativo e sperimentale. Quindi non il semplice ripetitore di notizie come fanno tutti ma quell' in più, appunto, che manca oggi. Questo nella sostanza. Nella forma poi, sperimentare la convivenza tra un prodotto in abbonamento e un sito gratuito. con una tecnologia integrata, che tiene conto che oggi con un'app. come si dice, cioè con una applicazione per android ed apple, riuscita molto bene, la mail diventa uno strumento molto rozzo. Il più vecchio del web, potrei dire.

Il dibattito attorno all'editoria digitale
Il dibattito sull'editoria digitale oggi in Italia è inquinato. Dalla recessione. La penuria di capitali non incoraggia ad essere audaci, onore ad Abete aver deciso di provarci. Il giornale di carta è superato, ma anche soprattutto costoso. 'Maturo' per dirla con un termine economico. Il digitale non è ancora diffuso abbastanza. Noi siamo in mezzo al guado, ma da troppi anni. 
Non ci aiuta il fatto che il settore è un settore molto difficile anche negli Stati Uniti dove da tempo hanno deciso la scelta digitale, ma le difficoltà del passaggio si fanno sentire anche lì. Figuriamoci qui da noi, eppure dovrebbe aiutarci il fatto che per la prima vota nel mondo, se la vendita dei giornali diminuisce, il consumo delle notizie aumenta. L'altra difficoltà sta nel far passare il principio che la qualità costa e va pagata. Un giornale di carta ha bisogno di un investimento tale che le garanzie di serietà e riuscita devono essere prese prima di tutto. 
Fosse possibile nelle notizie quello che Itunes ha fatto con la musica, sarebbe risolto il problema. Far pagare la singola notizia invece dell'intero giornale, come Itunes fa con la musica, appunto: ti vende il singolo brano invece dell'intero cd. 
Oggi il web non costa nulla farlo e consumarlo, il che implica il rischio del soffocamento da immondizia. E' una fase obbligata, necessaria e da superare. Il presidente di google si è incontrato con il presidente francese Hollande e hanno firmato la convenzione: il web va pagato, ma è solo l'inizio. 
L'altro problema è la certificazione. Quanti incidenti si possono avere come la falsa AP "Bomba alla casa bianca. Obama ferito" con costi in miliardi di dollari e magari anche qualche vittima?
Un altro ancora è l'autocontrollo. La potenza del mezzo può indurre molto facilmente nella tentazione dello squadrismo cibernetico: sapere sempre che un 'mi piace' o un 'non mi piace', cliccare cioè su un tasto o un altro è operazione semplicistica che non implica nemmeno lo sforzo di capire (basta una battuta felice o una foto ammiccante) e coinvolge milioni di persone. 
Una infermiera inglese si è suicidata per questo, no?
Una sciocchezza o bugia, con 700 milioni di mi piace, nel web diventa seria e giusta. Invece resta una sciocchezza o una inesattezza. Non dimenticarlo mai.

Punti deboli dell'editoria digitale italiana
Come tutti i settori in espansione il rischio di avventurieri senza scrupoli. come è accaduto di volta in volta in passato nell'edilizia, nella siderurgia, o recentemente nella finanza.
Oggi, la mancanza di capitali e in genere la mancanza di innovazione fantastica. Tutti i giornali on line sembrano giornali di carta su un supporto video. Sono solo aggiornati in tempo reale,
ma linguaggio e assetti sono rimasti quelli già noti.

Thursday, March 28, 2013

Presente e futuro della gestione del risparmio.


Intervento di Paolo Galvani CO-fondatore e CEO di MoneyFarm, già CEO di Sella Capital Management SGR e deputy-head del Private Banking del gruppo.

L'azienda ed il contenuto innovativo.
MoneyFarm è un servizio di consulenza finanziaria: indipendente, online e personalizzato. Il nostro obiettivo è quello di rivoluzionare il mondo della gestione del risparmio. MoneyFarm è costruita su due pilastri: finanza e tecnologia. Tecnologia e innovazione ci hanno permesso di immaginare un modello inedito per l’Italia, centrato sulle persone e non sui servizi in vendita. MoneyFarm è un nuovo modo di pensare la finanza personale, più semplice, comprensibile e vicino alle esigenze del risparmiatore.

Lasciare delle realtà consolidate per edificare da zero un proprio progetto.
Lasciare una realtà consolidata è stato un passaggio molto difficile. Ma l'idea di poter creare qualcosa di tuo che sia utile alle persone in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo, dove le alternative del panorama finanziario danno poca fiducia, dà energia. MoneyFarm è una realtà giovane e molto attenta a quello che succede nel mondo, una realtà molto stimolante dove è piacevole lavorare che non fa sicuramente rimpiangere percorsi passati.

Il valore di un mercato del risparmio privato efficiente e consapevole.
La recente crisi che stiamo tuttora vivendo sta portando le persone a rivedere i modelli di vita con cui hanno vissuto fino ad adesso. E' chiara l'esigenza di prendere in mano il controllo di situazioni che prima venivano delegate ad altri. Così nel nostro campo, sono sempre di più le persone che vogliono capire come investire i propri risparmi autonomamente. Questo sta già succedendo in Paesi come l'America e l'Inghilterra, dove la maggiore consapevolezza finanziaria dei cittadini ha portato alla creazione di figure professionali indipendenti e realtà web simili alla nostra. Inoltre sono convinto che una maggiore educazione finanziaria dei cittadini italiani porterebbe diverse migliorie nel sistema economico. Per questo, ci siamo prefissati di creare sempre di più contenuti/eventi che abbiano uno scopo puramente educational.

L'evoluzione delle abitudini dei risparmiatori.
Sono cambiate molte cose: da un lato il ruolo di chi aiutava le persone a gestire i propri risparmi è molto diverso, sia per preparazione che per obiettivi. Dall’altra la tecnologia ha permesso alle persone di arrivare a risposte – fino a poco tempo fa impensabili – più rispondenti alle loro necessità e allo stesso tempo  più convenienti, il tutto con un grado di autonomia sempre maggiore. La conseguenza di questo è che i risparmiatori cercheranno sempre di più soluzioni online come complemento se non vera e propria sostituzione dell'offline. Questa è la tendenza: device come smartphone e iPad saranno sempre di più i protagonisti, grazie ad app che aiuteranno a gestire tutti i campi della finanza personale. Una rivoluzione è in atto da tempo e noi vogliamo farne parte.


Il futuro delle reti retail nel settore del risparmio e del credito.
Assisteremo sempre di più ad una progressiva divisione trasparente tra i costi di gestione dei prodotti e i costi di collocamento/consulenza. Questo perchè grazie ad una maggiore consapevolezza delle persone, diventerà più palese che la maggior parte dei costi di un prodotto finanziario è legata alla distribuzione e non al prodotto in sè.
Quindi le banche e chi opera nel settore finanziario dovranno attrezzarsi per fornire un servizio di consulenza di qualità al fine di giustificare i costi della rete stessa. Assisteremo ad una mutazione della figura del promotore verso una figura consulenziale. In questo il web ha un grosso potenziale e progetti come MoneyFarm lo dimostrano.

Crisi, valori etici e regole chiare. 
MoneyFarm si basa su valori quali la semplicità e la trasparenza. 
Crediamo che siano necessari nuovi modelli d'investimento che si basino su questi principi e che permettano alle persone di prendere consapevolezza della propria sfera finanziaria. Magari ripensando anche ad abitudini di finanza personale non corrette. Per quanto riguarda la finanza etica, argomento molto importante e di grande interesse negli ultimi tempi, pensiamo sia sicuramente un approccio molto interessante quanto complesso, che in alcuni casi rischia di essere utilizzato quasi unicamente a fini di marketing. Al momento non ci occupiamo di finanza etica anche se non è escluso un nostro coinvolgimento in futuro.

I requisiti fondamentali per poter operare sul mercato della gestione del risparmio.
Onestà in primis, senso di responsabilità, competenza tecnica ed esperienza. Le persone hanno bisogno di una nuova finanza che si faccia portatrice di valori e non di offerte commerciali.


Thursday, March 14, 2013

Il valore della multiculturalità nell'impresa.


Intervento di Stefania Celsi già Human Capital&Diversity Lead per Italia, Russia, Turchia Est Europa in Accenture, oggi AD di BonBoard.

BonBoard è una realtà unica nel panorama italiano: in cosa consiste la vostra attività? 
Possiamo affermare che BonBoard è una realtà unica sia per il focus della multiculturalità per le imprese, ma anche per la gamma dei servizi resi che coprono tutta la catena del valore del capitale umano in ambito multiculturalità.
Infatti la nostra attività consiste :
Art by Michela Terzi for MtM
- nella presa di contatto, ricerca di profili multiculturali nel nostro paese, quali le seconde generazioni di immigrati con percorsi formativi o esperienziali di interesse per il mondo delle carriere,e nella selezione  e inserimento degli stessi nelle aziende che stanno affrontando una internazionalizzazione oppure che vogliono aprire segmenti di business multiculturali/multietnici nel nostro paese. In entrambi i casi avere un team multiculturale può accelerare il processo di avvicinamento a culture/etnie distanti dalle nostre.
- nella attività di “accompagnamento” di queste risorse nel loro percorso di carriera (almeno per una fase iniziale ) al fine di non disperderne il valore
- nella formazione e consulenza per le imprese sui temi della multiculturalità, ad esempio: cross culture management, gestione di team diversi, sviluppo di una leadership inclusiva.

Come nasce BonBoard?
BonBoard è stata generata  dall’idea di cinque professionisti che operano da anni in settori contigui e sinergici quali il mondo dello sviluppo dei talenti e della gestione delle diversità,  il settore dell’executive search, la consulenza per i processi di internazionalizzazione. In particolare dalla osservazione di come  nei deal a livello internazionale, alcuni paesi (tipicamente anglosassoni) che portavano nei team risorse bi-culturali riuscissero ad essere più efficaci, nasce la business idea di BonBoard.

Nel nostro Paese c'è un ritardo nella comprensione del valore della multiculturalità, troppo spesso liquidata come un mero problema. Un errore di prospettiva simile, quali conseguenze ha?
Le conseguenze più immediate sono quelle di non cogliere i vantaggi direttamente collegabili alla multiculturalità quali la creatività, ( è risaputo e anche studiato da diversi specialisti del tema che la contaminazione di idee diverse genera innovazione), la capacità di confrontarsi e comunicare in modo piu’ sinergico con la controparte fondamentale nei processi di internazionalizzazione e nei deal globali, la crescita di una leadership piu’ inclusiva e quindi aperta,attenta e in ascolto, per recepire e cogliere il valore delle differenze e dei punti di vista diversi( in questo caso culturalmente diversi).


L'Italia è un paese che per ragioni storiche e geografiche dovrebbe essere naturalmente indirizzato alla multiculturalità, come spiega queste resistenze?
Nel nostro paese vi sono diverse velocità sul tema della multi cultura : ci sono grandi e piccole aziende che già da tempo sono su uno scenario globale e internazionale con il giusto approccio e altre a prescindere dalle dimensioni, che ancora fanno fatica a comprendere il valore della diversità . Questo è anche vero per altre declinazioni della diversità (il genere in primis) su cui si sta lavorando da più tempo. Le ragioni di ciò su cui interrogarsi possono essere diverse, alcune ipotesi: il background  familiare, la dimensione padronale di alcune imprese, il modello di education, l’ostacolo della lingua. Passi avanti se ne stanno facendo, ma ovviamente il percorso da fare è ancora lungo.

Come sta reagendo il mercato a questa nuova concezione di servizio?
I  diversi interlocutori a cui viene presentata l’iniziativa, hanno indubbiamente una  reazione molto  positiva e di grande apprezzamento, perché riscontrano in BonBoard un valore di business nell'idea concepita, una originalità del tema, una aderenza ai trend del momento (es. crescita competitiva attraverso internazionalizzazione e interesse verso mercati etnici). Il passaggio dall'apprezzamento dell’idea alla acquisizione del servizio è certamente più faticoso sia perché la congiuntura attuale crea un certo timore laddove si parla di “inserire nuove risorse in azienda”, che perché i primi budget che le imprese tagliano quando si parla di recessione sono quelli dedicati ai servizi esterni “soft”. Tuttavia nonostante si tratti di una start up abbiamo già alcuni clienti sia nel mercato della internazionalizzazione che in quello indoor e stiamo lavorando intensamente su interessanti opportunità con imprese di grandi dimensioni.

Quali valori accomunano chi lavora in BonBoard?
La passione per il capitale umano, l’apertura verso le differenze culturali, l’esperienza importante maturata su questi temi, la creatività e innovazione come valori determinanti.

Lei viene da esperienze importanti ed impegnative. Dal suo incarico in Accenture, cosa porta con sé in BonBoard?
Indubbiamente l’esperienza in una società di consulenza internazionale e di grandi dimensioni come Accenture, mi ha permesso da sempre di confrontarmi con le diverse culture dei colleghi e dei clienti. In particolare negli ultimi anni ho avuto anche una responsabilità  interna oltre che di mercato, sul tema dello sviluppo della leadership e della diversity per una regione comprendente l’Italia, Russia, Polonia, Turchia e altri paesi dell’est Europa gestendo in prima persona temi inerenti la diversity declinata sia sugli aspetti del gender che su quelli della cultura/etnia.

Thursday, March 7, 2013

Startup ed innovazione in Italia: un caso di successo.



Intervento di Massimo Nunziato e Marco Menichelli, creatori di Leonardo HLC.



L'azienda e l'idea.

Leonardo Human Language Code è la prima intelligenza artificiale al mondo a fornire un supporto specifico nell’ambito della programmazione multipiattaforma per PC e dispositivi Mobile, ma anche reporting, business intelligence e personal training, prendendo in input comandi formulati in linguaggio umano e senza regole predefinite.
L’idea alla base di Leonardo HLC è formalizzare e implementare il processo cognitivo di un esperto, nei settori di riferimento, al fine di creare entità virtuali in grado di apprendere ed eseguire i comandi del proprio cliente.
 Leonardo HLC è un sistema esperto, e cioè dotato del connubio tra motore semantico e intelligenza artificiale in grado di analizzare il testo, scritto in italiano, in inglese o multilingua (italiano + inglese), e sviluppare software o eseguire altri comandi sulla base delle azioni riconosciute ed impartite dall’utente.
Con Leonardo Human Language Code stiamo lavorando a Leonardo My Developer e Leonardo Open Data Engine.

Leonardo My Developer è un’assistente virtuale pensato per recepire le “intenzioni” del cliente, porre domande e sviluppare software sulla base di risposte formulate in linguaggio naturale. L’approccio è del tutto simile ad un colloquio via chat con uno sviluppatore esperto ed alla fine del colloquio con Leonardo My Developer, si disporrà subito dell’applicazione sviluppata in real time. Con Leonardo My Developer possono essere sviluppate software per PC multipiattaforma ed applicazioni in ambito Mobile.

Il progetto L.O.D.E., che si colloca nell’ambito dei motori di ricerca semantici intelligenti, mercato che sta suscitando un crescente interesse da parte delle società e professionisti di tutto il mondo, risolve un problema annoso quale la necessità di accedere a dati di qualsiasi natura, in maniera semplice e veloce, sia ai fini statistici che previsionali.

Dall'idea alla realtà produttiva.

Inizialmente, nel 2011, volevamo entrare a gamba tesa nel mercato delle applicazioni mobile, avendo ideato delle app molto innovative, alcune delle quali, ad oggi, non sono state ancora create da alcuno.
Una di queste applicazioni, la più strategica, necessitava di un budget molto elevato rischiando anche, nel caso di AppStore, di vedercela rifiutare come già successo ad altri.
Avremmo potuto correre il rischio se entrambi fossimo in grado di sviluppare, investendo solo tempo, ma così non era e da questo inconveniente nacque la domanda: "Perché mai noi esseri umani, che siamo gli inventori del computer, dobbiamo piegarci a comprendere il suo linguaggio? Sarebbe giusto il contrario."
Facemmo passare Natale, intanto l'idea di Leonardo era già nata.
Subito dopo le feste convenimmo su un punto: è sicuramente più rischioso creare un mercato piuttosto che seguirne uno, ma non potevamo ignorare il fatto di aver ideato Leonardo.
Buttammo giù il progetto e passammo 4 mesi alla ricerca delle risorse idonee alla creazione di un progetto tanto innovativo, quanto ambizioso, e quindi di difficile realizzazione.
Facemmo molti colloqui, ma sembrava che nessuno fosse in grado di realizzare, o non credeva si potesse realizzare, il nostro progetto "fantascientifico e irrealizzabile" a detta di molti.
Beh, questa cosa ci inorgoglisce ancora di più dal momento che Leonardo Human Language Code è reale, funziona e sta imparando molte cose.
Il progetto è stato inizialmente finanziato dalla nostra, all'epoca, attività primaria: il mercato immobiliare.
Oggi, oltre alle vendite a privati, siamo in via di definizione di alcune relazioni con grandi aziende, che contiamo portino a breve i loro frutti.


Fare impresa in Italia.



Difficoltoso, ma non impossibile.
L'Italia offre molte possibilità, soprattutto in quest'ultimo periodo, di aiuti esterni come Venture Capitalist, Incubatori di imprese, non tralasciando i finanziamenti comunitari o regionali.
Noi in particolare siamo stati portati a Smau Milano da Startupbusiness.it che ci ha selezionato per avere uno stand gratuito nei Percorsi dell'Innovazione, dove poi abbiamo vinto il premio Lamarck per l'innovazione 2012 che ci ha dato molta visibilità. Non finiremo mai di ringraziarli. E' stata una scelta coraggiosa, la loro.
Quindi, occhi bene aperti!

Innovare in Italia.

Lo abbiamo detto più volte in altri ambiti, ma lo ribadiamo "la politica è un freno per l'evoluzione umana" ed in Italia di politica ne abbiamo troppa!
Altro elemento da non trascurare è la mentalità degli italiani. Si pensa o si è abituati a pensare che la vera innovazione sia all’estero. E’ come se noi italiani di fronte all’innovazione Made in Italy siamo in qualche modo sfiduciati, increduli, scettici. Invece di incoraggiarla è più semplice da dire e/o da pensare: “ ..ma se non è stata ancora inventata un motivo ci sarà?”. Decisamente se ci fosse più amor proprio verso l’Italia a partire dagli italiani allora l’innovazione sarebbe accolta a braccia aperte da tutti e verrebbe intesa come benessere collettivo e del paese.  Nonostante ciò siamo riusciti a farci strada e ad ottenere consensi anche da coloro che hanno manifestato apertamente le loro perplessità ed  i loro scetticismi.
Detto ciò, fare innovazione per noi, oggi, vuol dire guardarsi indietro, tornare sui propri passi, sistemare le cose che non vanno per poi andare avanti.
Il processo definito "innovazione" sta andando così veloce che necessariamente lascerà delle lacune, e queste lacune (piccole e grandi) a volte deviano una possibile buona rotta su una rotta sbagliata.
In definitiva, c'è bisogno di riprogettare molti aspetti della nostra realtà ed è ciò che, nel nostro piccolo, stiamo facendo.
In Italia la burocrazia va molto più lentamente delle menti degli italiani che molte volte sono costretti ad emigrare per proporre le proprie idee in altri paesi, ma segnali di cambiamenti ci sono e noi rimaniamo qui in Italia per vivere questi cambiamenti, magari contribuendo ad essi.

Il contributo che una giovane impresa offre al paese. 

Tutte le grandi imprese sono state giovani, aiutarle a crescere vuol dire investire sul proprio futuro.
Un economista direbbe che ogni paese ha bisogno delle imprese, perché creano valore aggiunto. Oggi abbiamo svenduto tutto il nostro know-how e le nostre capacità di fare impresa all’interno del nostro Paese ed abbiamo capito che così non funziona. L’imprenditoria Italiana deve rifiorire permettendo così all’Italia di ripartire a testa alta. L’impresa è il veicolo per la ripresa dell’economia di un paese.